Zio Vanja è il dramma dell’immobilismo di un nucleo familiare, della perdita di slancio vitale, della monotonia di una vita vuota.
Attraverso i suoi personaggi Cechov crea delle sinfonie. È un compositore dei movimenti dell’animo umano e riesce a farlo suonare (e risuonare) come nessuno scrittore moderno di teatro ha mai fatto. Le sue battute sono note musicali che procedono in minuetti, assoli, concertati che si ripetono, si avvicendano in variazioni sullo stesso tema fino a commuovere l’animo di chi ascolta, in accordo con quello di chi racconta e parla di sé.
Per impersonare quelle scene di vita presenti nel capolavoro di Anton Cechov, la scelta è caduta quindi su un gruppo di attori che si frequentano da moltissimi anni. Sono soprattutto formatori, testimoni del mestiere del teatro. Sono gli insegnanti di una scuola che esiste da cinquant’anni, Grock Scuola di teatro. Questa era ed è semplicemente l’idea per lo Zio Vanja in scena al Teatro Litta, con tutta la verità, l’onestà e il destino di questa scelta che è anche una prova di vita teatrale.

