Commedia grottesca sull’Italia degli anni di Piombo
Scritto da Tonino Conte nel 1975, il testo nasce come satira feroce travestita da promessa di armonia: un titolo che viene sistematicamente smentito scena dopo scena. In sette quadri autonomi e spietati, prende forma un ritratto assurdo e grottesco dell’Italia attraversata da tensioni profonde.
Mafia, bande armate, eroina, attentati, sesso libero, ex fascisti ed ex partigiani: non è una narrazione storica degli anni di piombo, ma il racconto dal di dentro, dal basso, dei contrasti e delle ambiguità che li hanno segnati.
Il testo mette in luce la ferocia delle persone per bene, gli ideali opachi, il conformismo travestito da rivoluzione.
La regia sceglie di restituire oggi, con rinnovata attualità, un’opera teatrale che fotografa un’umanità contraddittoria e perennemente sull’orlo del paradosso. Con un ritmo serrato e ironico, tra dialoghi fulminanti e situazioni surreali, lo spettacolo ricorda il cinema di Buñuel per atmosfera e stile, mantenendo sempre quella “giusta distanza” capace di rivelare, senza moralismi, un’epoca inquieta.
Completano l’esperienza una colonna sonora d’epoca, che attraversa gli anni ‘60 e ‘70 con brani di Gaber, Ciampi, Gaetano, Dalla, i Nomadi e Inti Illimani, fino a Benvenuto Fortunato, canzone scritta dallo stesso Tonino Conte nel 1968.
Di Tonino Conte
Regia Emanuele Conte
Con Ludovica Baiardi, Raffaele Barca, Christian Gaglione, Charlotte Lataste, Antonella Loliva, Marco Rivolta e Matteo Traverso
Scene Emanuele Conte
Disegno luci Matteo Selis
Costumi Daniela De Blasio con la consulenza di Danièle Sulewic
Regista assistente Alessio Aronne
Movimenti coreografici Emanuela Bonora
Attrezzeria Renza Tarantino
Sarta Rocìo Orihuela Perea
Produzione Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse

