di Euripide
Rappresentato per la prima volta nel 408 a.C. in un’Atene logorata dalla guerra e ormai vicina alla sconfitta definitiva, l’Oreste di Euripide è la libera e corrosiva rilettura di uno dei miti più rappresentati nel teatro tragico. Oreste, braccato dalle Erinni e preda dei rimorsi per il matricidio commesso, viene condannato a morte dall’assemblea degli Argivi. Abbandonato al suo destino dal dio Apollo – che l’aveva spinto al delitto – e dal pavido zio Menelao, che ritorna vanesio e trionfatore fingendosi estraneo a ogni responsabilità; perseguitato dalle Erinni e in preda al deliquio, in uno stato di allucinazione e di profonda prostrazione psichica, Oreste medita una sanguinaria vendetta su Elena e Menelao – forse l’unico atto totalmente libero e pienamente cosciente del giovane figlio di Agamennone. Ma non riuscirà a portare a termine il suo piano omicidiario, il suo gesto di libertà, per il bizzarro ed estremo intervento di Apollo, che imporrà la pace tra il giovane matricida e Menelao, divinizzando addirittura Elena.
Vicenda cupa e angosciosa dal finale solo apparentemente lieto, questa tragedia, oltre a essere una delle più riuscite prove drammaturgiche di Euripide, è una vera e propria indagine sul sacro e sul divino coi mezzi della tragedia. Qui, ancor più che nell’Ifigenia in Aulide, Euripide ingaggia un corpo a corpo con le divinità olimpiche, la loro insufficienza e la necessità di un ordine superiore. A emergere infatti, ancora una volta e in maniera potente, è la convenzionalità del deus ex machina euripideo, che sembra rivelare in filigrana la solitudine dell’uomo, abbandonato alle sue scelte e alla sua coscienza; quasi anticipando – per contrasto e in maniera vertiginosa – un tema che si affaccerà soltanto col cristianesimo per poi diventare il tema cardine della modernità: la libertà.
Adattamento e Regia Alessandro Machìa
Con Andrea Tidona, Marco Imparato, Giulio Forges Davanzati, Alessandra Fallucchi, Claudio Mazzenga, Silvia Degrandi, Caterina Petrucci, Alessandro Giorgi, Alessia Ferrero
Luci Giuseppe Filipponio – Scene Alessandro Machìa – Costumi Annalisa Di Piero – Suono Giorgio Bertinelli
Produzione LAROS Ass. Cult. – ZERKALO

